Le tre principali autorità europee di vigilanza — ESMA, EBA e EIOPA — hanno pubblicato la loro roadmap per il 2026, e riflette perfettamente lo spirito dei tempi: affrontare la complessità del mondo finanziario moderno con regole più semplici, maggiore resilienza e una chiara visione digitale.
Il Comitato Congiunto delle Autorità Europee di Vigilanza (Joint Committee), che riunisce le tre istituzioni, ha definito le sue priorità intorno a quattro pilastri: resilienza digitale, finanza sostenibile, protezione dei consumatori e stabilità finanziaria.
Il tutto sotto una nuova parola d’ordine: semplificazione.
Tradotto in linguaggio semplice, Bruxelles vuole ridurre la complessità normativa e migliorare il coordinamento tra le autorità, perché — come ammettono gli stessi regolatori — “più è complesso il sistema delle regole, più è difficile individuare i rischi prima che diventino crisi”.
Un mondo pieno di rischi
Il tono del Programma di lavoro 2026 è pragmatico e prudente. L’Europa si trova in un contesto segnato da tensioni geopolitiche, rischi digitali e incertezza economica, ma il Comitato non promette rivoluzioni: preferisce concentrarsi sull’attuazione concreta delle norme già in vigore.
Le tre autorità — che sovrintendono rispettivamente a banche, assicurazioni e mercati finanziari — continueranno a collaborare con la Commissione Europea e con il Comitato Europeo per il Rischio Sistemico (ESRB) per monitorare la stabilità dell’intero sistema finanziario.
Come ha commentato un funzionario europeo, “La prossima crisi non rispetterà i confini tra un’autorità e l’altra.”
La resilienza digitale: l’anno di DORA
Uno dei temi centrali del 2026 sarà l’entrata in pieno regime del DORA, il Digital Operational Resilience Act, la normativa che stabilisce come banche, assicurazioni e intermediari devono gestire i rischi informatici e tecnologici.
Il Comitato Congiunto supervisionerà il primo ciclo di vigilanza completo previsto da DORA. Entro la fine del 2025 verrà pubblicato l’elenco dei fornitori terzi critici (Critical Third-Party Providers) — cioè quei grandi operatori ICT o cloud da cui dipende la stabilità dell’intero sistema finanziario europeo.
Dal 2026 inizieranno le ispezioni vere e proprie: ogni fornitore critico sarà soggetto a un piano di vigilanza annuale e pluriennale, con controlli e raccomandazioni sui rischi di concentrazione. In altre parole, l’Europa vuole evitare che troppa parte del suo sistema finanziario dipenda da pochi giganti tecnologici.
Non è un tema teorico: dopo vari episodi di attacchi informatici su larga scala, la UE punta a rafforzare la sicurezza delle sue infrastrutture digitali. In caso di un cyberattacco sistemico, il nuovo Systemic Cyber Incident Coordination Framework (SCICF) fungerà da cabina di regia unica per la gestione dell’emergenza.
Il 2026 sarà dunque l’anno in cui l’Europa metterà alla prova non solo la solidità delle sue banche, ma anche quella dei suoi server.
Consumatori più protetti, informazioni più chiare
Al di là del digitale, la protezione dei consumatori rimane una priorità. Il Comitato intende semplificare il documento informativo PRIIPs (Key Information Document, KID) — quel foglio che gli investitori retail ricevono prima di acquistare prodotti finanziari, e che troppo spesso è pieno di tecnicismi incomprensibili.
Nel quadro della nuova Retail Investment Strategy, l’obiettivo è rendere più chiare le sezioni su costi e performance, e migliorare l’educazione finanziaria a livello europeo.
L’idea è semplice: anche la migliore regolamentazione serve a poco se gli investitori non comprendono i rischi che corrono.
Finanza sostenibile: tra ambizione e realismo
La leadership europea nella finanza sostenibile entra ora in una fase più matura. Il Programma 2026 sposta l’attenzione dal creare nuove norme al migliorare quelle esistenti, in particolare la SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation).
Le autorità monitoreranno la revisione legislativa in corso e aggiorneranno gli standard tecnici una volta approvate le modifiche. Curiosamente, nel 2026 non verrà pubblicato il tradizionale rapporto annuale sugli “effetti negativi principali” (Principal Adverse Impacts, PAI): la priorità è rendere la rendicontazione più chiara e meno pesante, prima di ampliarla ulteriormente.
Un’altra novità importante sarà l’elaborazione di Linee guida congiunte sugli stress test ESG, che consentiranno a banche e assicurazioni di misurare la loro esposizione ai rischi climatici e ambientali.
Stabilità finanziaria e rischi trasversali
Pur con tutti i riflettori puntati su clima e tecnologia, la missione centrale del Comitato resta quella di prevenire i rischi sistemici.
Durante il 2026, le tre autorità pubblicheranno analisi congiunte sui rischi cross-settoriali — cioè quei pericoli che si propagano attraverso i confini tra mercati, banche e assicurazioni. I risultati verranno presentati al Consiglio ECOFIN e al Financial Stability Table, dove si coordinano le risposte a eventuali minacce sistemiche.
Dai cyber attacchi agli squilibri di liquidità nel settore non bancario, l’obiettivo è individuare le crepe prima che si allarghino.
Rilanciare la cartolarizzazione
La cartolarizzazione — cioè la trasformazione dei prestiti in titoli negoziabili — rimane una fonte essenziale di finanziamento per l’economia europea. Dopo il secondo grande rapporto pubblicato nel 2025, il Comitato dedicherà il 2026 a tradurre le raccomandazioni in azioni concrete, fornendo consulenze tecniche alla Commissione Europea e coordinando i regolatori nazionali per rilanciare il mercato in modo solido e trasparente.
L’attenzione sarà anche internazionale: il JC terrà d’occhio gli sviluppi normativi negli Stati Uniti e nel Regno Unito, per evitare divergenze che potrebbero ostacolare gli investimenti transfrontalieri.
Dai conglomerati finanziari ai BigTech
Un altro fronte sarà la supervisione dei conglomerati finanziari, quei gruppi che operano contemporaneamente in più settori — banche, assicurazioni, mercati. Il Comitato aggiornerà l’elenco di tali gruppi, migliorerà i modelli di segnalazione interna e definirà come applicare gli stress test a strutture complesse.
In parallelo, il Forum Europeo per l’Innovazione (EFIF) approfondirà il tema dei BigTech e dei gruppi a “attività mista”, come i colossi dei pagamenti o del credito digitale.
L’obiettivo è coordinare gli esperimenti regolatori (“sandbox”) tra i diversi Stati membri, anche in vista dell’entrata in vigore dell’AI Act, per evitare che l’innovazione corra più veloce della vigilanza.
Il fattore umano
Al di là dei tecnicismi, il filo conduttore del Programma 2026 è la coordinazione. L’Europa regolatoria è una macchina enorme: tre autorità centrali, 27 regolatori nazionali, decine di comitati specializzati. Ma il messaggio del Comitato è chiaro: la solidità del sistema non dipende solo dal numero di regole, bensì dalla capacità di collaborare.
Questo piano di lavoro non parla solo di algoritmi o di finanza verde, ma di un sistema che si prepara all’imprevedibile — da un attacco informatico a uno shock climatico — garantendo al tempo stesso la tutela dei cittadini.
In un mondo in cui la tecnologia e la finanza si intrecciano sempre più, forse questo è l’obiettivo più umano di tutti.
Fonte: Joint Committee of the European Supervisory Authorities – 2026 Work Programme (ottobre 2025)
Disclaimer
I contenuti di MarketsFN.com sono forniti esclusivamente a scopo informativo ed educativo. Non costituiscono consulenza finanziaria, raccomandazioni di investimento o indicazioni operative per il trading. Tutti gli investimenti comportano dei rischi e i risultati passati non garantiscono rendimenti futuri. Sei l’unico responsabile delle tue decisioni di investimento e dovresti condurre ricerche indipendenti e consultare un consulente finanziario qualificato prima di agire. MarketsFN.com e i suoi autori non sono responsabili per eventuali perdite o danni derivanti dall’utilizzo di queste informazioni.




