FINMA contrattacca: il regolatore fa ricorso contro la decisione del tribunale sul controverso azzeramento delle obbligazioni AT1 di Credit Suisse da 20 miliardi di dollari

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In una mossa audace nel mezzo di battaglie legali in corso, l’Autorità svizzera di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) ha annunciato l’intenzione di fare ricorso contro una recente decisione parziale del Tribunale amministrativo federale. La sentenza, datata 1 ottobre 2025, mette in discussione l’ordine di FINMA del 2023 di azzerare gli strumenti di capitale Additional Tier 1 (AT1) durante la crisi di Credit Suisse, potenzialmente ridefinendo il panorama della regolamentazione finanziaria e delle protezioni per gli investitori in Svizzera.

Questo sviluppo riapre il dibattito su uno degli episodi più controversi della recente storia bancaria: il salvataggio d’emergenza di Credit Suisse attraverso una fusione con UBS, che ha comportato l’azzeramento di miliardi in obbligazioni AT1. Mentre FINMA si prepara a portare il caso al Tribunale federale supremo, gli stakeholder osservano attentamente le implicazioni per le future risoluzioni bancarie e il trattamento degli strumenti di capitale ibridi.

Cosa sono gli strumenti di capitale AT1?

Per comprendere il cuore di questa controversia, è essenziale capire cosa siano gli strumenti di capitale AT1. Le obbligazioni Additional Tier 1 (AT1), note anche come obbligazioni convertibili contingenti o “CoCos”, sono un tipo di debito ibrido emesso dalle banche per rafforzare la loro base di capitale secondo le normative di Basilea III. Questi strumenti sono progettati per assorbire le perdite durante periodi di stress finanziario, aiutando le banche a rimanere operative senza un collasso immediato.

Le caratteristiche principali delle obbligazioni AT1 includono:

  • Natura perpetua: Non hanno una data di scadenza fissa, rendendoli più simili al capitale azionario che al debito tradizionale.
  • Meccanismo di assorbimento delle perdite: In una crisi, le obbligazioni AT1 possono essere convertite in capitale azionario comune o azzerate completamente, fornendo un cuscinetto per proteggere i depositanti e i creditori senior.
  • Alto rendimento con rischio: Gli investitori sono attratti da tassi di interesse più alti rispetto alle obbligazioni standard, ma corrono il rischio di perdere tutto se il capitale della banca scende al di sotto di certe soglie.

Gli strumenti AT1 fanno parte del capitale di Tier 1 di una banca, insieme al capitale azionario comune, e hanno l’obiettivo di migliorare la stabilità finanziaria consentendo alle banche di rafforzare le loro riserve senza diluire immediatamente gli azionisti esistenti.

Contesto: la crisi di Credit Suisse e l’azzeramento delle AT1

La vicenda risale al marzo 2023, quando Credit Suisse, un tempo pilastro del sistema bancario svizzero, si trovò sull’orlo del collasso a causa di una serie di scandali, massicci deflussi di capitali e una fiducia degli investitori in calo. Per evitare un tracollo sistemico, le autorità svizzere orchestrarono una fusione rapida con la rivale UBS, supportata da garanzie governative straordinarie e sostegno alla liquidità.

Come parte di questo pacchetto di salvataggio, FINMA ordinò l’azzeramento completo delle obbligazioni AT1 di Credit Suisse, per un totale di circa 16 miliardi di CHF (circa 17-20 miliardi di dollari USA). Questa decisione si basava sull’Ordinanza di emergenza del Consiglio federale (PLB-EO), che mirava a stabilizzare la banca e facilitare la fusione. L’azzeramento ha effettivamente cancellato il valore di questi strumenti, trasferendo l’assorbimento delle perdite ai detentori delle obbligazioni.

La controversia sull’azzeramento delle AT1

L’azzeramento delle AT1 è diventato rapidamente un punto di scontro, attirando le ire degli investitori di tutto il mondo. Al centro della disputa c’è l’inversione della tradizionale gerarchia del capitale. Nelle normali procedure di fallimento, i detentori di azioni (azionisti) dovrebbero subire perdite prima dei detentori di debito, inclusi i possessori di obbligazioni AT1. Tuttavia, nel caso di Credit Suisse, gli azionisti hanno mantenuto un certo valore — ricevendo un’azione UBS per ogni 22,48 azioni di Credit Suisse, pari a circa 3 miliardi di CHF — mentre i detentori di AT1 sono rimasti a mani vuote.

I critici hanno sostenuto che questa mossa abbia violato l’ordine di priorità atteso, minando la fiducia negli strumenti AT1 come strumento di capitale affidabile. I detentori di obbligazioni, inclusi investitori istituzionali e fondi, hanno affermato che la decisione era arbitraria e priva di una solida base legale, specialmente perché i termini delle obbligazioni di solito li privilegiavano rispetto al capitale azionario in scenari di perdita. L’azzeramento ha rappresentato la perdita più grande nella storia del mercato AT1, spingendo circa 3.000 detentori di obbligazioni a presentare oltre 360 cause contro FINMA.

La controversia ha anche messo in luce preoccupazioni più ampie sulle pratiche regolamentari svizzere. Alcuni esperti si sono chiesti se l’ordinanza di emergenza fornisse un’autorità sufficiente per un’azione così drastica e se fosse in linea con gli standard internazionali come quelli del Comitato di Basilea. L’evento ha mandato onde d’urto attraverso i mercati finanziari globali, sollevando timori sull’attrattiva delle obbligazioni AT1 e potenzialmente aumentando i costi di prestito per le banche.

La sentenza del Tribunale amministrativo federale

Il 1 ottobre 2025, il Tribunale amministrativo federale ha emesso una decisione parziale nel primo di questi procedimenti, stabilendo che l’ordine di azzeramento di FINMA mancava di una base legale valida. Il tribunale ha revocato il decreto ma non ha ancora determinato le conseguenze complete, come un possibile risarcimento per i detentori di obbligazioni colpiti. Questa sentenza non definitiva ha confermato il diritto dei ricorrenti di fare ricorso e ha stabilito un precedente che potrebbe influenzare i casi rimanenti.

La decisione è stata accolta con favore dai detentori di obbligazioni come una vittoria, con i rappresentanti legali che esprimono ottimismo sulla possibilità di recuperare le perdite. Tuttavia, sottolinea le tensioni in corso tra l’esigenza regolamentare in situazioni di crisi e l’aderenza ai quadri legali.

Il ricorso di FINMA e le implicazioni future

Imperterrita, FINMA ha annunciato il 15 ottobre 2025 il suo piano di contestare la sentenza facendo ricorso al Tribunale federale supremo entro il termine di 30 giorni. Il regolatore sostiene che l’azzeramento era una componente necessaria del pacchetto di stabilizzazione generale, essenziale per prevenire una catastrofe finanziaria più ampia.

L’esito di questo ricorso potrebbe avere effetti profondi. Una sentenza confermata potrebbe portare a richieste di risarcimento contro il governo svizzero o UBS, potenzialmente costando miliardi e influenzando il bilancio di UBS. Al contrario, un ribaltamento potrebbe rafforzare l’autorità di FINMA in future risoluzioni. Oltre la Svizzera, questo caso potrebbe influenzare il modo in cui i regolatori di tutto il mondo gestiscono il capitale ibrido nei salvataggi bancari, influenzando la fiducia degli investitori nei mercati AT1.

Mentre la saga legale si sviluppa, serve come un forte promemoria del delicato equilibrio tra stabilità finanziaria e diritti degli investitori in tempi di crisi.

Per maggiori dettagli, visita il comunicato stampa ufficiale di FINMA: Notizie FINMA sul ricorso AT1.

Disclaimer: Questo articolo si basa su informazioni disponibili pubblicamente dal comunicato stampa di FINMA e altre fonti. Per i dettagli più accurati e aggiornati, si prega di fare riferimento alla fonte ufficiale linkata sopra.

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